Letteratura Armena
La letteratura armena iniziò a prendere forma nel V secolo d.C. con la creazione dell'alfabeto armeno da parte di Mesrop Mashtots, che utilizzò la scrittura per tradurre la Bibbia in armeno. Mashtots lavorava sotto la guida di Isacco, il Catholicos dell'Armenia, fondatore di una scuola di traduzione dove gli studenti potevano imparare le abilità necessarie per tradurre la Bibbia dal siriaco e dal greco all'armeno.
L'unico alfabeto armeno venne successivamente utilizzato per scrivere molte opere originali, tra cui "La storia degli armeni" di Movses Khorenatsi, e favorì anche la creazione di depositi per la conservazione di questi manoscritti. Purtroppo, secoli di dominazione straniera ostacolarono lo sviluppo della letteratura locale, e molti libri armeni sono andati persi nel corso degli anni.
La tradizione orale si è conservata meglio, grazie in parte alla formazione, nel XVI secolo, dei trovatori (conosciuti localmente come ashugh) che viaggiavano di città in villaggio recitando letteratura in lingua armena. I più talentuosi, come il menestrello del XVIII secolo Sayat-Nova, parteciparono persino a competizioni nelle corti reali.
Nuove tendenze entrarono nella letteratura armena nel XIX secolo. Giovani scrittori armeni come Khachatur Abovian iniziarono a rifiutare l'obsoleto dialetto classico armeno, optando invece per varianti linguistiche moderne che resero popolari le loro opere presso un pubblico più vasto. Fu anche in questo periodo che i giornali armeni divennero comuni. Purtroppo, i progressi nella letteratura armena moderna furono interrotti all'inizio del XX secolo dal genocidio armeno.
La letteratura armena conobbe una limitata rinascita a metà del XX secolo. Sebbene inizialmente soffocata dalle restrizioni imposte alle arti dal governo sovietico, il graduale declino della censura negli anni '80 aprì la strada a una nuova generazione di scrittori e poeti armeni d'avanguardia e moderni. Dopo che il paese ottenne l'indipendenza, un nuovo spazio si aprì per la letteratura armena contemporanea, permettendo agli autori modernisti di continuare a esprimersi attraverso la parola scritta.